La memoria dei teatri universitari in Italia
a cura di Livia Cavaglieri e Roberta Gandolfi. Collaboratori: Gaia Clotilde Chernetich, Roberto Cuppone, Ester Fuoco, Donatella Orecchia, Viviana RacitiNel secondo dopoguerra sorsero in tutt’Europa numerosi teatri universitari, che non furono solo luoghi di socialità e di esercizio amatoriale della scena, ma anche centri di pratica artistica estranei all’industria dello spettacolo, dove si costruivano orizzonti e progetti culturali e si forgiavano nuove professionalità.
In Italia, fra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’60, il variegato arcipelago dei teatri universitari ebbe un ruolo importante, ma a tutt’oggi poco indagato, nell’introdurre negli atenei le discipline dello spettacolo, nel collegare i mondi amatoriali a quelli del professionismo, nel tenere aperto – in piena guerra fredda – il dialogo fra culture e nazioni oltre la cortina di ferro, mettendo in rete i giovani delle due Europe con festival internazionali, scambi e riviste. Nel pieno degli anni ’60 e nel decennio successivo queste esperienze furono protagoniste e volano del rinnovamento epocale dei linguaggi, delle poetiche e delle politiche teatrali, politicizzandosi, radicandosi nel territorio e nel sociale e dilatando la pratica del teatro oltre le istituzioni. Con il fiorire dei teatri di base e delle cooperative teatrali, molte compagnie universitarie persero la loro ragion d’essere, ma nei decenni successivi e in tempi più recenti sono sorte realtà di teatro universitario di grande interesse, dove sono i docenti e l’istituzione universitaria a prendersi carico di una progettualità ora più raramente espressa autonomamente dagli studenti. Questa diversa e viva dimensione del fare teatro in università si caratterizza sempre più frequentemente per la scelta di operare nell’ambito del teatro di inclusione sociale.
La ricerca di Ormete intende ricostruire la memoria dei teatri universitari italiani (spesso, ma non sempre, definiti “Centri universitari teatrali” – CUT) attraverso la raccolta di fonti orali e la perlustrazione di archivi, con una particolare urgenza verso i testimoni che hanno militato negli teatri universitari entro gli anni ’70. La ricerca si concentra su sei esperienze legate a città/atenei specifici e coinvolge un ricercatore-responsabile per ognuno dei casi studi prescelti: Ferrara (Ester Fuoco), Genova (Livia Cavaglieri), Padova (Roberto Cuppone), Parma (Roberta Gandolfi e Gaia Clotilde Chernetich), Palermo (Viviana Raciti), Perugia (Donatella Orecchia).
Il progetto è parte del PRIN 2015 Performare il sociale. Formazione cura e inclusione sociale attraverso il teatro, coordinato da Claudio Bernardi