La memoria è un elemento cruciale per lo sviluppo culturale di una società e per la definizione, o ri-definizione, dell’identità di una comunità. Memoria collettiva e memoria individuale, memoria dei luoghi e memoria degli eventi, memoria ufficiale e memoria rimossa: sono tutti aspetti di un’unica e grande questione che riguarda il rapporto fra il nostro presente e l’eredità del passato, insieme alla capacità di narrare sia l’uno sia l’altra. Negli ultimi decenni, grazie al lavoro di molti ricercatori e a una più diffusa sensibilità al problema che il rischio di una perdita di memoria comporta, gli studi e le iniziative sulla memoria si sono moltiplicate e notevolmente arricchite. La storia orale ha cominciato a documentare memorie precedentemente considerate marginali; a rispondere al silenzio della storia narrando la vita di gruppi sociali che non avevano mai avuto voce; a raccontare le vite di una parte di italiani che la storia ufficiale non ha voluto, o non ha potuto, raccontare. Così l’acquisizione degli strumenti e dei metodi propri della storia orale, che della memoria fa il suo campo d’indagine privilegiato, ha modificato in modo consistente l’intera riflessione sulla contemporaneità: dagli studi sociali, a quelli di genere, dalla micro-storia locale, alla storia delle classi subalterne. Con un risultato complessivo davvero importante: la consapevolezza che la memoria di una società è una memoria multiforme, in cui coabitano, più o meno pacificamente, molte e diverse memorie.